Gli ultimi appunti di Josè Saramago

"Penso che nella società attuale ci manchi la filosofia. Filosofia come spazio, luogo, metodo di riflessione, che può anche non avere un obiettivo determinato, come la scienza che invece procede per soddisfare i suoi obiettivi. Ci manca la riflessione, pensare, necessitiamo del lavoro di pensare e mi sembra che, senza idee, non andiamo da nessuna parte." Gli ultimi appunti di Josè Saramago

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venerdì 1 ottobre 2010

Vieni! Ti voglio raccontare una storia!


Lì dove son nascoste le nostre velleità,
lì dove si annidano i nostri desideri,
dove ogni anima trova la sua tana,
lì abbiam trovato quel libro che ci ha tenuto avvinghiati,
con tenacia e bramosia,
che ci ha fatto perdere il sonno,
che ci ha chiuso la bocca
e aperto i pensieri,
che ci ha regalato sogni.

venerdì 27 agosto 2010

Fortuna imperatrix mundi

La parola che crea è la potenza di cielo che si dispiega. La parola che crea è una visione che diventa un progetto esecutivo. Un sogno che ho il coraggio di pianificare nei minimi dettagli, fin quando non lo vedo realizzato. 

mercoledì 4 agosto 2010

LA PAROLA CHE CREA: LA SCRITTURA CREATIVA

"La parola che crea" s'intitola il mio blog. E c'è un motivo ben preciso per cui ho deciso di chiamarlo così. Amo la lingua italiana, non ne faccio mistero. Così come ho rispetto per tutte le lingue esistenti al mondo. Mi lascio coinvolgere, affascinare, nutrire dalle lingue, perchè son convinta che risiede nella lingua la nostra identità più profonda. La lingua è ciò che racconta la nostra essenza. La lingua madre è la nostra anima. "Più lingue sai, più anime hai." - mi disse tanto tempo fa un docente di Storia del teatro.

mercoledì 23 giugno 2010

IMPRESA 2.0: IL FUTURO E' NELLE PROPRIE RADICI*

"Io mi trovo a rappresentare un raggruppamento trasversale di circa 2000 persone che sono accomunate da due principali fattori: l'essere imprenditori artigiani e l'essere giovani, un fatto quest'ultimo, non solo anagrafico ma che implica profonde sintonie culturali e sociali.

martedì 22 giugno 2010

SAVONAROLA, IL TIRANNO E IL MARKETING

Stamattina mi sono ritrovata a rileggere una pagina di Girolamo Savonarola che mi ha fatto sorridere e riflettere. Savonarola è vissuto al tempo dei Medici a Firenze e, già che lui era nato a Ferrara, stava antipatico a molti a partire dalla sua cadenza emiliana. Era un frate domenicano, ma la storia si è sempre ben guardata dal tramandarcelo come fra' Girolamo.  La sua figura è legata anzitutto alla storia politica: la reazione anti-medicea a Firenze in occasione della discesa di Carlo VIII nel 1494 e l'instaurazione di una repubblica. Argomentazioni di oltre cinquecento anni fa  risuonano oggi attualissime e lucide. Come se Savonarola fosse tra noi e vedesse cosa sta capitando. Ti rassicuro subito: fu scomunicato, impiccato e poi messo al rogo. L'argomentazione della chiesa fu che "predicava cose nove". Io so che era innamorato della democrazia e della pulizia morale. Perciò fece  la fine che fece. Eretico. Direi quindi che è un uomo il cui pensiero è da prendere in considerazione. 

lunedì 21 giugno 2010

Il fine giustifica i mezzi?

Si attribuisce a Niccolò Machiavelli la fatidica frase "Il fine giustifica i mezzi." Lui non l'ha mai pronunciata, ma evidentemente la sostanza dei suoi discorsi era questa. Che sta a significare che la politica è amorale. Ciò che conta, egli sosteneva, nella condotta di un capo di Stato è il fine e il raggiungimento del fine rende lecite delle azioni, anche se queste non sono in linea con un codice morale. Ma, purchè la suprema lex sia la Salus rei publicae, all'uomo di Stato ogni cosa è permessa.

venerdì 18 giugno 2010

JOSE SARAMAGO: CALATE IL SIPARIO, IL MAESTRO E' ANDATO VIA


"Non vedo quale altro nome potrei dargli. Una cosa pericolosamente simile a un essere umano, una cosa che dà feste, organizza orge e comanda un paese chiamato Italia. Questa cosa, questa malattia, questo virus minaccia di essere la causa della morte del paese di Verdi se un vomito profondo non riesce a strapparlo dalla coscienza degli italiani prima che il veleno finisca per corrodergli le vene e distruggere il cuore di una delle più ricche culture europee." (da La cosa Berlusconi, El País, 7 giugno 2009; citato ne il manifesto, 8 giugno 2009, p. 2)

LA MERAVIGLIOSA NATURA CHE CREA: IL SALENTO

Tanti anni fa per curare le malattie polmonari, epidermiche, i fastidi alle ossa i dottori del Sud Italia consigliavano alle famiglie di andare al mare col sole delicato di maggio. Allora le medicine erano un privilegio e la dura vita lavorativa spesso portava a condizioni di salute precarie. Precarie a livello lavorativo, ma sublimi dal punto di vista del clima e dell'accoglienza della natura. Parlo di una terra dove crescono spontaneamente gli alberi di fico, i fichi d'india, in aperta campagna prolificano tante verdure diverse tra loro (impossibile peraltro da reperire in un supermercato). E' la terra degli ulivi che si distendono ininterrotti per centinaia di chilometri. La terra della vite in tutte le sue varietà virili quanto nobili. La terra della terra rossa come la ruggine e il sangue: il Salento.

giovedì 17 giugno 2010

SCIROCCO

Ho un vivo ricordo di quelle notti salentine caratterizzate dall'afa, dai letti bollenti, dai pavimenti sprigionanti calore. Tenere il balcone aperto, passeggiare in strada o raggiungere il mare sembrava essere l'estrema ratio per trovare un'aria più fresca, una scappatoia momentanea. Il calore del sud Italia è così: pervasivo, inquietante, duraturo. Somiglia molto a quelle passioni che avresti fatto meglio a consumare prima che lo scirocco avesse steso la sua coperta di fuoco, quasi sabbia invischiata sull'anima. C'è un tale che sento urlare in lontananza, una povera vittima del caldo; o forse un teatrante esausto. O forse un protagonista televisivo surreale, pronto a urlare la sua ultima filippica.

lunedì 31 maggio 2010

Un'altra Italia è possibile.

Le date dimostrano che la politica dell'ultimo secolo ha buchi di 40 anni nella successione di leadership di spessore. Soprattutto non siamo abituati a farci rappresentare da persone preparate: per fare politica in Italia non si va a scuola, anzi non essere istruiti è sinonimo di successo. O questo è ciò che ci dicono i fatti.
Ora io mi chiedo, se ci vuole un curriculum per aspirare a qualunque posizione lavorativa, perché per prendere i posti più importanti nella gestione di uno Stato, basta essere ladri, pressapochisti, ignoranti e con mille interessi personali da incrementare? Perché non pretendiamo credenziali e referenze da chi si candida? Perché pur venendo a conoscenza di degradanti vicende umane, la nostra coscienza si assenta e continuiamo a dare fiducia a persone eticamente improponibili?

giovedì 20 maggio 2010

GIUDIZIO VS AMORE CREATIVO

Questo che scrivo è in seguito a una conversazione con ajnabee: il dialogo è arricchimento, oggi ne ho di nuovo la prova. Non amo parlare di Teologia, per un motivo tra tutti: la teologia o è vissuto umano intriso di esperienza o è l’ennesima dimostrazione della vacuità dell’uomo che tenta di capire l’assoluto. Dio non è una nozione. Se lo fosse non sarebbe possibile provare dei sentimenti verso di lui. Ogni qual volta Dio è ascritto al regno della nozione religiosa e della normativa, esso viene svuotato di tutto il suo potere creativo. Perché Dio è creatività che si effonde, Dio è la Parola che crea.

lunedì 17 maggio 2010

E’ la mente che fa sani o malati

Perdersi è cosa semplice quando le idee non sono governate dalla programmazione. Il desiderio di autonomia intellettuale facilmente si scontra con le incombenze quotidiane. La voglia di evasione fa a pugni con il dover star seduti sulla sedia, imperterriti verso la meta.
Qual è la meta? Ogni tanto, come fosse un dono di grazia, lo riscopro. Riassesto le vele e capisco qual è la direzione da seguire.
Come stamattina. Come ieri sera. Come stanotte. Capitano momenti in cui la mente riacquista lucidità e gli occhi si sbarrano, non per paura, ma perchè hanno visto qualcosa di inaspettato, di nuovo, di non previsto. Lo status quo viene ribaltato. L’intuizione vede balugini all’orizzonte. Dai rami dell’ingegno si dipartono stormi di creatività migranti. E all’alba è tutto di nuovo limpido. Tutto sereno, riposato, pronto a rimettersi in marcia.
Il pensiero sensibile e l’emozione. Il sangue e il midollo. Le ossa e i neuroni. E’ la luce il segreto ineffabile del movimento. Basta guardare le api, che al calar del sole arrestano la loro laboriosità e il loro ingegno. Il buio arresta la loro azione, la luce lo ripristina.
Così le idee e la verve umana. Serve la luce del giorno che nasce per ridare forza alla maieutica interiore. La notte sarà servita per rinvigorire le membra stanche, per risanare i conflitti apostati, per riportare la passione al livello superiore.

lunedì 26 aprile 2010

IL 25 APRILE A PREDAPPIO

Ieri pomeriggio girovagavo per le colline forlivesi quando mi è venuta la curiosità di andare a vedere che aria tirasse a Predappio, il paese che ha dato i natali al duce. E', come tutti i paesini dell'appennino forlivese, un luogo molto accogliente, che tuttavia brulica di negozi di souvenirs sul fascismo.
Ieri la ricorrenza del 25 aprile è caduta in un momento politico molto delicato, ma questo non ci ha impedito di ricordare e commuoverci, commemorando le gesta di quei coraggiosi uomini e donne che per amore di libertà diedero tutto, finanche la vita.
Quello che ho visto a Predappio è riassumibile in due parole e una fotografia.
Le due parole: tutti i negozi che vendono articoli sul duce e il fascismo erano aperti.
La fotografia.

Non amo le forme, non mi piacciono le celebrazioni omologate, ma forse comuni con una storia così difficile come questo potrebbero, per liberarsi di un giogo tanto pesante, impegnarsi un pò di più in giorni così pregni di memoria.
Non sono la persona più adatta a orientare i principi etici. Riporto invece le parole di chi, combattendo in prima persona prima e governando la repubblica dopo, così si esprimeva riguardo l'ideologia della scelleratezza:


« Il fascismo per me non può essere considerato una fede politica [...] il fascismo è l'antitesi di tutte le fedi politiche [...], perché opprime le fedi altrui."

S. Pertini

lunedì 19 aprile 2010

WI-FI E LA SINDROME DELL'ARRETRATEZZA

Sono stata a Bologna la settimana scorsa e per quasi tutto il tempo ho tenuto l'ipod touch in mano per effettuare un mini-monitoraggio sullo stato delle reti wi-fi in città. Volevo infatti arrivare da un capo all'altro della città orientandomi con mappe su internet, usando skype per comunicare (se  abbiamo una rete wi-fi possiamo quasi azzerare i costi della telefonia mobile), cercando informazioni sui servizi strada facendo, e, di straforo col cellulare, verificare la presenza di bluetooth marketing. Insomma volevo vedere Bologna in rete girando per Bologna.

venerdì 16 aprile 2010

SBIRULINO SI STRUCCA

Ci sono coppie nella storia che hanno senso e significato solo grazie all'altro e viceversa. Giulietta e Federico. Franca e Dario. Sandra e Raimondo. E noi le abbiamo conosciute come un tutt'uno, un unicum di bellezza. La loro forza era nel due che sono uno, nella fusione, nella cooperazione. Il male al petto che sento è sempre di uguale intensità quando questi straordinari esempi di vita in qualche modo scompaiono da questo mondo fenomenico.

venerdì 2 aprile 2010

MANDORLI IN FIORE


Ogni festività, oggi per lo più classificata in chiave religiosa, nasce in realtà da processi e passaggi della Natura. Mentre Natale è la corona di gloria del solstizio d'inverno, la Pasqua invece invoca e annuncia primavera. La Pasqua è la festa della luce che infiamma di nuovo prepotente, della speranza che trova compimento, del seme che sboccia, dei profumi che tornano a far festa, del cibo che ritorna a essere colorato. Ogni paese del mondo come al solito ha un suo modo originale di gustare la festa.

martedì 30 marzo 2010

STORIA DELLA COLONNA INFAME

Ancora abbiam commesso lo stesso crimine! Ancora ci siamo abbassati a servire il potere malato di chi vuole la nostra testa! Ancora abbiamo creduto che la salvezza venisse dai terrificanti volti sorridenti! Ancora una volta la maschera della morte ci ha ingannato perchè noi abbiamo scelto di farci ingannare! Ancora abbiamo ascoltato la voce di chi grida di più proclamando anatèmi. Ancora ci siamo arresi alla soluzione meno impegnativa, più fraudolenza, più corrotta, più servilista! Ancora speriamo che lo straniero lavi i nostri panni sporchi! Ancora crediamo che solo qualcuno dall'esterno possa salvarci! E mentre aspettiamo questo deus ex machina che venga a cambiare lo status quo della nostra immondizia morale, apriamo pure le porte al razzismo, alla corruzione, al malcostume, alla dittatura a zona. Convinti forse come una certa mentalità calcistica di un bel pò di anni fa che ognuno debba esercitare l'autorità federale: nessuno si muova dalla propria zona e lasci le altre a giocare se stesse.
Ergo: lunga vita alle associazioni illegali, le anticostituzionali e a morte la magistratura!
Forse di nuovo come un secolo fa abbiamo bisogno di emigrare, non solo per cercare il lavoro che ci ridìa identità professionale, ma proprio, e differentemente da quanto accadeva allora, per dissociarci dal marciume ideologico e fazioso in cui siamo immersi fino al collo.


"Ahi! serva Italia ancora coi fascisti,
e con quell'imbroglione da operetta,
ladruncolo lacchè di tangentisti!
Le tivù ci hanno fatto l'incantesimo...
Se non scarica il cielo una saetta,
tutti servi del secolo ventesimo!
Patrizia Valduga, Corsia degli incurabili, 1996



lunedì 29 marzo 2010

PAVANE POUR UNE INFANTE DEFUNTE

Volevo scrivere di ciò che sta accadendo in Italia stasera; poi mi sono fermata. Basta ancora parole. La parola che crea a volte è fatta di silenzio.
C'è un profeta in Italia che ha scritto amare verità scomode, ha raggiunto il successo e vive nascosto suo malgrado; è osannato e minacciato di morte. Sa scrivere e raccontare la verità, ma qualcuno ha deciso che la pagherà per questo.  Qualche anno fa scrisse un libro che ha fatto il giro del mondo. In Italia è venduto ovunque, ma è la vergogna del posto che racconta. Nonostante la sua fosse una scrittura di denuncia con tanto di prove.
Stasera mi accorgo che, ancora una volta, "abbiamo cambiato tutto perchè tutto restasse uguale."

Il libro è Gomorra, il suo autore, lo conosciamo tutti, è Roberto Saviano.


"Io so e ho le prove. 
Io so come hanno origine le economie e dove prendono l'odore.
L'odore dell'affermazione e della vittoria. Io so cosa trasuda il profitto. 
Io so.
E la verità della parola non fa prigionieri perché tutto divora e di tutto fa prova. 
E non deve trascinare controprove e imbastire istruttorie.
Osserva, soppesa, guarda, ascolta.
Sa.
Non condanna in nessun gabbio e i testimoni non ritrattano. Nessuno si pente. 
Io so e ho le prove.
Io so dove le pagine dei manuali d'economia si dileguano mutando i loro frattali in materia, cose, ferro, tempo e contratti.
Io so.
Le prove non sono nascoste in nessuna pen-drive celata in buche sotto terra. Non ho video compromettenti in garage nascosti in inaccessibili paesi di montagna. Né possiedo documenti ciclostilati dei servizi segreti. Le prove sono inconfutabili perché parziali, riprese con le iridi, raccontate con le parole e temprate con le emozioni rimbalzate su ferri e legni. 
Io vedo, trasento, guardo, parlo, e così testimonio, brutta parola che ancora può valere quando sussurra: "È falso" all'orecchio di chi ascolta le cantilene a rima baciata dei meccanismi di potere. 
La verità è parziale, in fondo se fosse riducibile a formula oggettiva sarebbe chimica. 
Io so e ho le prove. 
E quindi racconto. Di queste verità."




venerdì 26 marzo 2010

RIVOLUZIONE APERTA

Nel 1956 viene pubblicata  Rivoluzione Aperta, l’opera in cui Aldo Capitini ricordò l’esperienza di Danilo Dolci e chiarì il suo concetto di rivoluzione nonviolenta: “ci diciamo senz’altro rivoluzionari proprio perché non possiamo accettare che la società e la realtà restino come sono, con il male, che è anche sociale, ed è l’oppressione, lo sfruttamento, la frode, la violenza, la cattiva amministrazione, le leggi ingiuste." Cambiamento per Capitini era liberazione da tutto questo, era rinascita come persone affrancate intimamente, persuase che la realtà era costituita dall’orizzonte di chi tentava di realizzare la compresenza, nell’intima essenza della comunità aperta. Le armi della rivoluzione capitiniana sono “le armi dell’unione con altri, della solidarietà, della protesta nonviolenta, dello sciopero a rovescio, della noncollaborazione col male, del sacrificio; e queste armi le usano con maggiore efficienza i poveri, i deboli, i sofferenti”
Estratto dalla mia tesi di laurea

domenica 21 marzo 2010

NEVER ON SUNDAY

Ciò che alla fine va ristretto
deve prima essere esteso.
Ciò che va indebolito
deve all'inizio essere rafforzato.
Ciò che va rovesciato
deve all'inizio essere drizzato.
Colui che vuol prendere
deve cominciare a dare.

Lao Tzu

lunedì 15 marzo 2010

MORITURI TE SALUNTANT

Mi hanno insegnato, pagando profumatamente, che se vuoi avere valore aggiunto devi essere te stesso e devi avere una competenza che altri non hanno. Io rispondo dopo anni di prove che quel valore aggiunto mi continua a segare le gambe su ogni fronte. L'eccellenza non interessa a nessuno, e neanche il valore. Se vali, presumibilmente avrai una vita molto difficile, per usare un eufemismo. La detenzione di valori e competenze è una cosa desueta e frastornante. Se vivi con dei valori forti dentro, se ti batti in nome della coerenza, se procedi senza derogare mai dai tuoi principi, in capo a poco tempo pagherai un prezzo molto caro: sarai esule nel territorio che ami di più, straniero rinchiuso. Messo alla gogna. Umiliato pubblicamente. Deriso.

O almeno così mi sento oggi.

Vivo da anni la contraddizione tra fare un lavoro per adattarsi e guadagnarsi dignitosamente la propria indipendenza e cercare di continuare a essere aggiornata e continuare a credere che arriverà il momento in cui potrò fare ciò che realmente mi compete. Da un lato lavorare per vivere, dall'altro voler lavorare per edificare me stessa e contribuire in modo costruttivo alla società in cui vivo.
Risultato: ceffoni e botte. Bastonate e umiliazioni. Selezionatori che si sentono ILDIOCASTIGATORE, gestori di agenzie per il lavoro che ti liquidano con parole da mercato del pesce, dipendenti pubblici che non hanno un'idea di che significhi valore del lavoro. E tu sei il povero disperato che non vale niente e che niente può valere. Attendano pure ad libitum titoli, esperienza, viaggi all'estero, conoscenze, competenze. E chi più ne ha più ne metta. Se sul curriculum c'è scritto che hai studiato con risultati eccellenti, che hai fatto un sacco di lavori, che sei stato all'estero, che hai fatto diverse attività per formarti umanamente, che hai svariati interessi, sappi che non basta. E non solo non basta: perdi! Perdi contro l'approssimazione, la superficialità, l'ignoranza, la bassezza di valori umani e sociali. Perdi perchè la società vuole che ti abbassi le braghe, non che usi la testa. E, lasciamelo dire, è peggio ancora se sei meridionale al nord. Ed è peggio ancora se sei una donna. Del resto la storia ci insegna che una donna di valore il massimo che ha potuto fare è stato supportare un  uomo, che è diventato un grande. Perchè per lei non c'era posto. 
Io ostinatamente continuerò a supportare ed educare i piccoli che domani potranno contare sulla propria armatura: l'intelligenza, la volontà e la libertà di pensiero. Ostinatamente continuerò a occuparmi di educazione e istruzione nel mio piccolo, guadagnando due soldi, piangendo in silenzio la mancanza di riconoscimento. Ostinatamente, e gratuitamente se necessario, continuerò a lavorare perchè sia dato valore alla conoscenza. Con fronte di ferro continuerò a stare in piedi di fronte al nemico saccente e povero che ha nome IGNORANZA MISERABILE.  Ma, Dio me ne sia testimone, non abbasserò il tiro! Non abiurerò il mio amore smisurato per la Sofia! 

"Libertà vo cercando, ch'è sì cara
come sa chi per lei vita rifiuta."

venerdì 5 marzo 2010

IL REATO D'AVER STUDIATO CON PASSIONE

Riflettevo oggi pomeriggio con un mio ex collega di master (neoavvocato per 150 euro al mese in nero) sull'amara situazione del mercato del lavoro in Italia. Riflessione non nuova, ma che torna a vertere sempre intorno allo stesso argomento perchè per ogni giorno che passa ci sembra sempre più inverosimile e paradossale. Mille volte ci siamo detti che dobbiamo mettere da parte titoli e qualifiche varie perchè al momento l'essere troppo qualificati è squalificante e fuori luogo. Ci siamo anche detti che bisogna cambiare zona di lavoro perchè l'ingratitudine contrattuale del Sud è nota a tutti, che al Nord ci sono maggiori opportunità, che un lavoro si trova grazie alla tenacia, alla vista lunga. Ci siamo detti che siamo disposti a fare qualunque lavoro che ci permetta di crescere a livello di ciò che abbiamo raggiunto solo sulla carta. Abbiamo migliorato n elevato a n  volte il curriculum vitae, lo abbiamo adattato di volta in volta a ciascuna posizione lavorativa richiesta, abbiamo fatto colloqui lungo tutto l'appennino, soggiornato in varie città facendo un porta a porta di curriculum, abbiamo migliorato le nostre tecniche comunicative (abbiamo studiato per fare i selezionatori o questo è quello che ci hanno venduto), abbiamo curato relazioni, esplorato situazioni, partecipato a convegni, eventi, manifestazioni. Consultato selezionatori di aziende famose, chiesto pareri. Continuiamo a divorare le rubriche economiche per capire gli andamenti. Quello che al momento sappiamo è che l'area Risorse Umane per cui nel 2003 spendemmo €8000 per finanziarci la formazione sembra svanita nel nulla. Ma questo è ancora volere un lavoro "altolocato" che peraltro la vecchia guardia non è disposta a mollare. No, non chiedo più un lavoro nelle Risorse umane. Non chiedo più un lavoro che non esiste. So che al momento la funzione risorse umane è in mano a un manipolo di eletti che ne decide le sorti (laddove non prende ordini) in quasi tutte le aziende. Negli Stati Uniti il laureato in filosofia (per fare l'esempio più estremo di laurea umanistica) fa il risolutore di problemi aziendali ed è strapagato per la sua abilità di problem finding/solving. E questo semmai non abbia avuto voglia di fare il docente in qualche campus o istituzione di ricerca dove comunque sarebbe stato pagato dignitosamente. In italia un laureato in materie umanistiche forse, se riesce, fa il portaborse a qualche docente universitario. Se la fortuna si è fermata dinanzi a lui. Altrimenti prova a scrivere, in epoca in cui pubblicano libri pure i vermi (basta che abbiano i soldi per pagare) in un attimo in cui non brucano le foglie nelle  mie fioriere. Oppure fa il centralinista outbound per qualche azienda che sciacalla sulle carogne. O se è donna avrà maggiore fortuna come promoter oppure hostess se è alta. La scuola cos'è? Che ne parlo a fare? Quella è una tragedia nella tragedia. E mi fermo a una disamina sui laureati in materie umanistiche. Rimane pur sempre la stagione nella riviera romagnola, no?
In genere la mia critica non finisce mai senza proporre una soluzione fattiva. Nonostante questa società mi abbia messo in ginocchio più volte, son tornata sempre in piedi in tutta la mia dignità. Non è mai riuscita a farmi mollare l'osso. Ho avuto dalla mia dei genitori che hanno creduto ciecamente e fieramente nel valore dell'istruzione (scuola, sport, musica): sono riusciti a crescere una donna piena di principi e di forza di volontà, ma oggi sento un gran peso. Il valore non dipende dalla forza: vince chi si adatta meglio, non il più forte. O così ha dimostrato la specie finora. 
Insegno ad un mio piccolo allievo, prima ancora di una materia specifica, il valore della conoscenza, l'importanza della Sofia. E mi ostino a credere che tutto il valore dell'uomo, insieme alla capacità d'Amare, stia lì. Ma la difesa di questo valore è sempre continuamente attaccato da quello che la società "insegna" a questi piccoli: il qualunquismo, l'approssimazione, la superficialità, il bigottismo, la delega di responsabilità. Ricordo un episodio durante il master: compilavano una griglia di rilevazione di certe competenze e una mia collega voleva mettere come valore più basso la dicitura NON ESISTENTE. Io le feci notare che secondo me una competenza non poteva essere non esistente, ma piuttosto NON RILEVATA perchè magari quel candidato al momento non lasciava trasparire quella capacità, forse anche in vista di una nostra incapacità di rilevarla. La spuntai con molta difficoltà. Ma credo che la lotta sia sempre la stessa: lasciare all'altro la possibilità di mettersi in gioco, di provare. Ma dall'altra parte se non c'è questa disponibilità alla fiducia intellettuale, umana, dove finiamo? Se non giochiamo con regole di competenza e di reale preparazione, dove approdiamo? Dove finiremo a furia di etichettare tutto con la nostra approssimazione e arroganza di sapere?
Il mercato del lavoro, per dirla con le parole di un tale, ammazza uomini morti. Ma Socrate, padre del Dialogo, difendendo la sua vita di fronte all'accusa di corruttore di giovani e ateo, si pronunciò così: "Io vado a morire e voi a vivere. Chi di noi due abbia un destino migliore, solo gli dei lo sanno." Scelse la coerenza a costo della vita.
Perciò, nonostante tutto, Signori, io continuo a dire: Ad maiora!

mercoledì 24 febbraio 2010

JE ME SOUVIENS

Ci sono ricordi che la memoria evoca con maggiore facilità di altri. Sono quei ricordi custoditi dentro scrigni preziosi, come per preservarne il valore. Immagini, suoni, odori, memorie tattili e gustative che se svelati a chicchessia perderebbero di significato e pregnanza. Oggi me ne viene in mente uno della mia infanzia che tanto rafforza la mia sfera interiore e ancora la smuove, la alimenta, tocca le corde dell'immaginazione e scuote le viscere.
Da piccola avevo diverse edizioni del Pinocchio di Collodi, gli adulti della mia famiglia facevano a gara per leggermene un pezzo la sera, prima che io mi addormentassi. Avevo due veri burattini di legno: uno grande e uno piccolo. Col film di Comencini credo di aver pianto parecchio e ancora adesso rivederlo mi commuove fino nella pancia.

Pinocchio è il sogno di un padre che da un legno da catasta (neanche un legno pregiato) voleva ottenere un figlio. Pinocchio è l'innocenza dell'infanzia ingenua e con la voglia di cose facili. Pinocchio è la voglia di sicurezze affettive da chiunque. Pinocchio è la voglia di libertà che ti fa finire in mezzo al mare nella pancia della balena. Pinocchio è non ascoltare le cose sensate dettate da chi ti vuol proteggere. Pinocchio è vendere i libri di scuola per andare al luna park. Io da bambina ero come Pinocchio. Dicevo tante bugie quante ne diceva lui. Ma avevo come lui il gusto mai sazio dell'avventura, del rocambolesco, in bici, per le campagne, sul treno fin da piccolissima.
Oggi ho tirato fuori dallo scrigno della memoria questo ricordo particolare e ho provato a rivedere il senso di ciò che sono. Quello che ne è venuto fuori è questo. Un personalissimo incoraggiamento a tutti coloro che hanno momentaneamente smarrito il gusto del sorriso.

1. QUANDO SEI NATO TUTTI ERANO FIERI E ORGOGLIOSI DI TE. FACEVANO A GARA PER DETENERE IL PRIMATO DI COCCOLE A TUO RIGUARDO. AVREBBERO VENDUTO LA MACCHINA O SI SAREBBERO FINTI IMBECILLI PER UN TUO SORRISO. PENSA UN PO' CHE VALORE AVEVI PER CIASCUNO DI LORO.

2. PRIMA CHE INIZIASSI A CAMMINARE SI ERA FORMATO UN COMITATO A TUO FAVORE. TUTTI CREDEVANO NELLE TUA GAMBE E NELLE TUE CAPACITA' D'EQUILIBRIO. SE CE L'HAI FATTA A METTERTI IN PIEDI ALLORA CHE NON NE AVEVI UN'IDEA, A MAGGIOR RAGIONE CE LA PUOI FARE OGGI CHE NE HAI GIA' ESPERIENZA.

3. QUANDO HAI TIRATO IL PRIMO CALCIO A UN PALLONE IN STRADA E HAI COMINCIATO A ROMPERE VETRI, QUANDO HAI SPERIMENTATO LA BREZZA DEL PRIMO VOLO IN BICI A DUE RUOTE (E NON PIU' A 4) E LA GODURIA DELLE GINOCCHIA GRONDANTI SANGUE ALLA FINE DEL VOLO, LA PRIMA VOLTA CHE HAI PRESO LA MATITA E BUTTATO GIù UN PASTROCCHIO E QUANDO HAI POI PRESO ANCHE LA PENNA E SCRITTO QUELLA VOCALE TUTTA FUORI DAL RIGO: QUELLE TUE PRIME VOLTE HANNO GENERATO UN VORTICE DI ARMONIA INNOVATIVA IN TUTTO L'UNIVERSO. IL TUO SECONDO INGRESSO TRIONFALE NELLA VITA DOPO LA NASCITA.

4. UN GIORNO HAI SCOPERTO UNA COSA CHE TI HA FATTO SENTIRE POTENTE E INCREDIBILMENTE VIVO: E' STATO ILGIORNO IN CUI HAI SCOPERTO CHE ESISTE L'AMORE, LA MUSICA, LA PASSIONE CEREBRALE E FISICA, GLI AMICI, I GENITORI (ROMPIBALLE E AFFINI), LA GANGIA, LA VELOCITA'. UN GIORNO HAI SCOPERTO CHE ESSERE GRANDI NE VALEVA LA PENA.

5. HAI LA POSSIBILITA' DI GODERE DI CIBO E SONNO, TECNOLOGIA E ARTE, MARE E MONTAGNA, FIUME E MARE, PUOI ANDARE IN FONDO AL MARE E VOLARE SU NEL CIELO, PUOI ANDARE IN SNOWBOARD E FARE SURF, PUOI GUARDARE LA PARTITA IN TV O SCANNARTI CON GLI AMICI A CALCETTO, PUOI ANDARE AI CONCERTI E E CREARE LA TUA MUSICA, PUOI GIOCARE A PES CON GLI AMICI TUTTA LA NOTTE E BERE BIRRA INONDANDO L'UNIVERSO DI PIPI', PUOI PARLARE DI POLITICA E DI INGIUSTIZIE SUL LAVORO, PUOI MANIFESTARE I TUOI DISSENSI, PUOI DANZARE, FARE CAPRIOLE, CANTARE, USARE LE MANI, I PIEDI: PER FARE TUTTO CIO' IL RESPIRO TI BASTA SEMPRE, TI AVANZA E TI SUPERCHIA.


Foto: Officina di idee.

POSTULATI DELLA RAGIONE

"Quando venne la televisione, il primo a metterla fu il mio fidanzato, il macellaio, tutta Ca' Tarino voleva andare a casa sua a vederla, ma lui sceglieva, invitava i miei genitori, così andavo anch'io e così ci siamo fidanzati, al buio lui mi metteva una mano sulle ginocchia, poi saliva su, e appena ha potuto mi ha chiesto se ero vergine, io con quella mano sulle gambe e mia madre vicina m'infastidivo e gli ho risposto di sì, per prenderlo in giro: ero stata proprio ad aspettare lui."

Incipit di TRADITORI DI TUTTI, Scerbanenco, 1966

giovedì 4 febbraio 2010

LA VERITA' E' SEMPRE LA PIU' SEMPLICE


Ogni tanto alla Storia viene il singhiozzo e così capita che arriva il giorno che nasce un uomo che puntualmente sarà accusato d'essere un sobillatore. Ovvero, battuta d'arresto, sovversione di un fenomeno dato per certo, caduta di un assioma (o anche più di uno), dove per assioma intendiamo un discorso incontrovertibile (per Aristotele un assioma era un principio vero e intoccabile). Questo giorno fu nel lontano 1295 (o intorno a quella data, non si sa con precisione): nacque un tale William (Guglielmo per i latini) nella terra d'Inghilterra. La storia della filosofia lo ricorda come doctor invincibilis, ma la Chiesa Cattolica se lo ricorda come una pecora nera. Sta di fatto che era una mente sublime della logica. A quell'epoca gli studiosi si occupavano fondamentalmente di Teologia e di Filosofia. William si toglie subito dall'impiccio: credeva infatti che la Filosofia fosse una materia fin troppo ricca, a patto, pero', di non perdere tempo con la Teologia (pur essendo frate francescano!!!).
Come dire che la Filosofia e la Teologia erano per Guglielmo due modi diversi di concepire la vita, oltretutto divisi da un fossato invalicabile.
Guglielmo d'Ockham, un giorno, rivolgendosi a papa Giovanni XXII, gli inviò il seguente messaggio: "Se leggi con attenzione la vita di san Francesco ti renderai conto di cosa vuol dire vivere da autentico cristiano. Non come te, papa inverecondo, che sguazzi dalla mattina alla sera in mezzo ai velluti e ai gioielli dei tuoi salotti!". Convocato a causa di questa frase ad Avignone nel 1324, si fece prima quattro anni di clausura in un convento, per poi scapparsene giusto in tempo il giorno prima del processo. Rifugiatosi, infine, presso Ludovico il Bavaro, pare che si sia presentato all'imperatore dicendo: "Tu difendimi con la spada e io ti difenderò con la penna!". Nel frattempo, però, il Papa aveva nominato una commissione di sei alti prelati che in men che non si dica stilarono contro di lui un'accusa di vilipendio articolata in cinquantuno imputazioni. Col vilipendio, all'epoca, c'era poco da scherzare: era quanto di peggio poteva capitare a una persona. Nella migliore delle ipotesi si rischiava l'ergastolo, altrimenti si veniva bruciati vivi sulla pubblica piazza.
Ora, oltre a dire la verità dei costumi al papa, William ha fatto di peggio. La storia della logica lo ricorda infatti come colui che ha formulato questo modo di pensare: " E basta con tutta questa speculazione a tutti i costi su ogni argomento!!!..."
Altrimenti detto con tre sue frasi:
1. « Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem. »
« Non moltiplicare gli elementi più del necessario. »

2. « Pluralitas non est ponenda sine necessitate. »
« Non considerare la pluralità se non è necessario. »


3. « Frustra fit per plura quod fieri potest per pauciora. »
« È inutile fare con più ciò che si può fare con meno. »

OVVERO:
"A parità di fattori la spiegazione più semplice tende ad essere quella esatta" Il rasoio di Occam
(Ockham's razor)

E' inutile formulare più assunzioni di quelle strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno: il rasoio di Ockham propone di scegliere, tra le molteplici cause, quella che spiega in modo più semplice l'evento. E questo rimane ancora oggi la chiave di volta del problem solving a tutti i livelli.

mercoledì 3 febbraio 2010

PEDAGOGIA DELLA CREATIVITA'


"Maria Montessori credeva che i consueti metodi pedagogici fossero irrazionali in quanto tendenti a reprimere le potenzialità del bambino, invece di essere d'ausilio nel farle emergere ed in seguito sviluppare.
Ecco quindi l'educazione dei sensi come momento preparatorio per lo sviluppo dell'intelligenza perchè l'educazione del bambino, allo stesso modo di quella del bambino psichico, deve far leva sulla sensibilità, in quanto la psiche dell'uno e dell'altro è tutta sensibilità.
L'obiettivo della Montessori era l'educazione del bambino all'autocorrezione e al controllo dell'errore, senza che ci sia bisogno dell'intervento dell'educatrice.
Il bambino va lasciato libero nella scelta dei materiali educativo/ludici con il quale vuole esercitarsi. Tutto quindi deve scaturire dall'interesse spontaneo del bambino, cosicchè l'educazione divenga un processo di auto-educazione ed auto-controllo.

Il suo pensiero identifica il bambino come essere completo, capace di sviluppare energie creative e possessore di disposizioni morali (come l'amore). Se l'adulto ha compresso dentro di sé queste energie creative, avrà la tendenza a reprimere la personalità del bambino e può accadere che lo costringa a vivere in un ambiente di altra misura con ritmi di vita innaturali.

Il principio fondamentale deve essere la libertà dell'allievo, poiché solo la libertà favorisce la creatività del bambino già presente nella sua natura. Dalla libertà deve emergere la disciplina. Un individuo disciplinato è capace di regolarsi da solo quando sarà necessario seguire delle regole di vita."

Ho ritrovato questi appunti tra fogli sparsi nei miei libri di pedagogia, cercando in realtà materiale sul substrato della creatività. La Montessori fu peraltro la prima donna medico psichiatra in un mondo accademico che all'inizio del secolo era del tutto maschile. La prima e una rivoluzionaria. Lunga vita all'ingegno femminile, dunque!
Personalmente a livello d'istruzione ho avuto la fortuna di nascere da due genitori che hanno fatto di tutto per offrirmi una prepararazione a 360°. Fin da piccola mi hanno lasciato viaggiare senza di loro (con degli educatori di fiducia ovviamente), a otto anni possedevo già il mio pianoforte e avevo un maestro privato a disposizione. Ricordo che quando qualcuno mi chiedeva cosa volessi in dono, io chiedevo sempre penne, matite, colori. Ho potuto spaziare su molti fronti e ho potuto coltivare molti interessi. Avevo libri di ogni materia, che peraltro raccoglievo anche dai cassonetti (ebbene sì, esistono dei folli che buttano i libri).
Oggi son convinta che la creatività è un posto fisico e mentale che possiamo possedere sin da piccoli, una zona franca in cui possiamo essere noi stessi, un orto fertilissimo dove possiamo portare i nostri strumenti e far fruttare ciò che più ci piace. Il bambino lasciato libero di giocare, che si può relazionare anche al di fuori della propria cerchia familiare, a cui è stato permesso di scorrazzare liberamente nei campi, di rincorrere un pallone, le cui orecchie hanno sentito presto la musica, in potenza è una sorgente creativa. Se peraltro viene educato alla tutela del proprio e altrui rispetto, da grande inevitabilmente sarà una mente ingegnosa e una persona affidabile.

Foto: enzafasano.com

DISEGNAMI L'ENTUSIASMO!



"Disegnami l'entusiasmo." - disse la bambina.
E lui si fermò, come si può fermare chi viene disarmato di ogni logica causalistica.
Ma non perse la speranza e il coraggio di poter spiegare a una bambina una cosa così straordinaria come l'entusiasmo. Come si può spiegare la divinità che entra in te e fa uscire il meglio di te? Come si può raccontare quel meraviglioso trapasso del soffio di vita dall'alto verso il basso, dal fuori verso il dentro e viceversa?
"Disegnami l'entusiasmo! - disse di nuovo la bambina, con gli occhi lucidi di desiderio
"Hai mai visto le onde del mare?"
"Si." - disse lei
"Hai mai visto il vento?"
"No." - disse lei incuriosita.
"Non potresti vedere le onde se non ci fosse il vento. Non ci sarebbero le onde se non ci fosse il vento."
"Cos'è il vento?" - disse lei.
"Il vento è ciò che muove le cose della terra. Il vento non si riesce a disegnare, ma sappiamo che c'è perchè lui crea il movimento di tante cose. Il vento è l'entusiasmo della terra, l'entusiasmo del mare che vuol raccontare la sua storia con la terra e col cielo, l'entusiasmo degli uccelli in volo nelle loro coreografie sempre nuove, l'entusiasmo del sole che arriva più in fretta sopra la nostra pelle e non brucia, l'entusiasmo della danza dei pollini a primavera."
"Il vento non si ferma mai?" - chiese la bambina.
"Mai!"
"Perchè?"
"Perchè il vento è il respiro della terra. Se qualcuno ci tappa il naso e la bocca, soffochiamo. Se fermiamo il vento, la terra soffoca. La terra fa i sogni, esprime i desideri e il vento muove le cose perchè i sogni si avverino. Questo è dunque l'entusiasmo: la terra e il cielo sognano e il vento fa sì che i loro sogni si realizzino. Tu hai dei sogni e il tuo entusiasmo te li fa realizzare."

Laudato si', mi' Signore, per frate Vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento.

giovedì 7 gennaio 2010

Da Meister Eckhart a Master Leccio passando per la cabala.

Il Meister (pron. maister in tedesco), Maestro in italiano, nel medioevo era l'appellativo che si dava a quegli uomini detentori di una tale dottrina che con il loro sapere facevano scuola. Una sorta di onorificenza sinonimo di grande stima e valore comprovati. Da quella parola oggi è derivata quella inglese Master ampiamente utilizzata negli anni scorsi, e un pò meno oggi, soprattutto in riferimento a un web master: letteralmente maestro del web, in realtà ideatore e/o realizzatore di un sito internet. O ancora per significare un percorso formativo specializzante performante (in genere succhiasoldi, mi si conceda...). In realtà l'originale significato è andato perduto, ma nulla toglie che l'utilizzo della parola possa essere ancora efficace.

mercoledì 6 gennaio 2010

PENSIERO ZEN


Chi è maestro nell'arte di vivere distingue poco fra il suo lavoro e il suo tempo libero, fra la sua mente e il suo corpo, la sua educazione e la sua ricreazione, il suo amore e la sua religione. Con difficoltà sa cos'è cosa. Persegue semplicemente la sua visione dell'eccellenza in qualunque cosa egli faccia, lasciando agli altri decidere se stia lavorando o giocando. Lui pensa di fare entrambe le cose assieme.