Ancora abbiam commesso lo stesso crimine! Ancora ci siamo abbassati a servire il potere malato di chi vuole la nostra testa! Ancora abbiamo creduto che la salvezza venisse dai terrificanti volti sorridenti! Ancora una volta la maschera della morte ci ha ingannato perchè noi abbiamo scelto di farci ingannare! Ancora abbiamo ascoltato la voce di chi grida di più proclamando anatèmi. Ancora ci siamo arresi alla soluzione meno impegnativa, più fraudolenza, più corrotta, più servilista! Ancora speriamo che lo straniero lavi i nostri panni sporchi! Ancora crediamo che solo qualcuno dall'esterno possa salvarci! E mentre aspettiamo questo deus ex machina che venga a cambiare lo status quo della nostra immondizia morale, apriamo pure le porte al razzismo, alla corruzione, al malcostume, alla dittatura a zona. Convinti forse come una certa mentalità calcistica di un bel pò di anni fa che ognuno debba esercitare l'autorità federale: nessuno si muova dalla propria zona e lasci le altre a giocare se stesse.
Ergo: lunga vita alle associazioni illegali, le anticostituzionali e a morte la magistratura!
Forse di nuovo come un secolo fa abbiamo bisogno di emigrare, non solo per cercare il lavoro che ci ridìa identità professionale, ma proprio, e differentemente da quanto accadeva allora, per dissociarci dal marciume ideologico e fazioso in cui siamo immersi fino al collo.
"Ahi! serva Italia ancora coi fascisti,
e con quell'imbroglione da operetta,
ladruncolo lacchè di tangentisti!
Le tivù ci hanno fatto l'incantesimo...
Se non scarica il cielo una saetta,
tutti servi del secolo ventesimo!"
e con quell'imbroglione da operetta,
ladruncolo lacchè di tangentisti!
Le tivù ci hanno fatto l'incantesimo...
Se non scarica il cielo una saetta,
tutti servi del secolo ventesimo!"
Patrizia Valduga, Corsia degli incurabili, 1996
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