Gli ultimi appunti di Josè Saramago

"Penso che nella società attuale ci manchi la filosofia. Filosofia come spazio, luogo, metodo di riflessione, che può anche non avere un obiettivo determinato, come la scienza che invece procede per soddisfare i suoi obiettivi. Ci manca la riflessione, pensare, necessitiamo del lavoro di pensare e mi sembra che, senza idee, non andiamo da nessuna parte." Gli ultimi appunti di Josè Saramago

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venerdì 2 aprile 2010

MANDORLI IN FIORE


Ogni festività, oggi per lo più classificata in chiave religiosa, nasce in realtà da processi e passaggi della Natura. Mentre Natale è la corona di gloria del solstizio d'inverno, la Pasqua invece invoca e annuncia primavera. La Pasqua è la festa della luce che infiamma di nuovo prepotente, della speranza che trova compimento, del seme che sboccia, dei profumi che tornano a far festa, del cibo che ritorna a essere colorato. Ogni paese del mondo come al solito ha un suo modo originale di gustare la festa.

Non nascondo che per ogni festa dell'anno mi piacerebbe girare l'Italia e sedermi a ogni tavola perchè solo così potrei entrare davvero nei significati profondi delle tradizioni tramandate. Son convinta infatti che più di ogni altra cultura al mondo noi in Italia abbiamo trasferito il grosso dei concetti culturali proprio nelle cucine e nelle tavole. 
Ieri al tramonto ho potuto gustare lo spettacolo raro dell'arcobaleno: mi sembrava un arco di trionfo sotto il quale la fertilità era invitata a danzare quadriglie con l'allegria. La natura è più brava di noi a fare le cose, è più sapiente di noi nel generare sogni, ha più caparbietà di noi nel realizzarli. Uno fra tutti: è capace di tirare fuori dal  cielo plumbeo e minaccioso i sette colori dirompenti dell'arcobaleno. Se noi del resto conosciamo la musica, la danza e la pittura è proprio perchè ce l'ha suggerita il creato. Nessuno insegna l'armonia ai pettirossi, nessuno ha spiegato alle fragole come splendere di rosso, nessuno ha passato sotto banco l'essenza del profumo alle fresie: tutto nella natura contribuisce allo stupor mundi, senza sforzo. Noi invece faticosamente studiamo, cerchiamo la via migliore di apprendimento, ci affanniamo a cercare la soluzione più creativa. Che beffa che l'essere più evoluto dell'universo in realtà sia una propaggine della verve inventiva della natura stessa! Che stranezza che sia l'unico a dover ragionare il proprio respiro di felicità per viverlo!
Allora l'arcobaleno multiplo di ieri, abbagliante e straripante di colore, mi ha suggerito proprio quello che oggi sto scrivendo. Ciò che io voglio vivere sono le cose semplici, quelle talmente semplici che mentre le vivo mi fanno sussultare l'anima; quelle silenziose e roboanti, quelle dolci e piccanti, quelle aspre e bagnate di miele, armoniche e profumate: lasagne e vino rosso, pesce arrosto e patate, erba cipollina e noce moscata, pasta di mandorla e passito, peperoncino e cioccolato, cannella e zenzero. Baci e discussioni intellettuali, parole d'incoraggiamento e corse per le campagne, fiori tra i capelli e penna tra le mani, i profumi dei frutti di mare e falanghina di cielo.
Ti auguro e mi auguro di sperimentare tutto l'entusiasmo che la natura tramite il suo creato pregno di comunicazione ci mette a disposizione per la nostra somma gioia, per la nostra anelata beatitudine. Laddove il non plus ultra sia il gusto dell'amato, dell' a te caro, di chi ti completa, ti da sollievo, ti apporta serenità, ti cucina un piatto succulento, ti invita a respirare fermento creativo, ti sostiene con cura, ti canta l'amore per regalarti un sonno che rinfranca.
Del brutto, del fastidioso, del pesante, del distono, del cinico, del fazioso, del fatiscente, del forzato io me ne disfo ora insieme a te. Perchè così soltanto potremo inaugurare la stagione del volitivo, del possente, dell'autenticamente vivo, del foriero di avvenire luminoso. Soltanto così prepareremo un degno arcobaleno di trionfo a questa stagione della fertilità in vista del raccolto.

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