Gli ultimi appunti di Josè Saramago

"Penso che nella società attuale ci manchi la filosofia. Filosofia come spazio, luogo, metodo di riflessione, che può anche non avere un obiettivo determinato, come la scienza che invece procede per soddisfare i suoi obiettivi. Ci manca la riflessione, pensare, necessitiamo del lavoro di pensare e mi sembra che, senza idee, non andiamo da nessuna parte." Gli ultimi appunti di Josè Saramago

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mercoledì 23 giugno 2010

IMPRESA 2.0: IL FUTURO E' NELLE PROPRIE RADICI*

"Io mi trovo a rappresentare un raggruppamento trasversale di circa 2000 persone che sono accomunate da due principali fattori: l'essere imprenditori artigiani e l'essere giovani, un fatto quest'ultimo, non solo anagrafico ma che implica profonde sintonie culturali e sociali.

martedì 22 giugno 2010

SAVONAROLA, IL TIRANNO E IL MARKETING

Stamattina mi sono ritrovata a rileggere una pagina di Girolamo Savonarola che mi ha fatto sorridere e riflettere. Savonarola è vissuto al tempo dei Medici a Firenze e, già che lui era nato a Ferrara, stava antipatico a molti a partire dalla sua cadenza emiliana. Era un frate domenicano, ma la storia si è sempre ben guardata dal tramandarcelo come fra' Girolamo.  La sua figura è legata anzitutto alla storia politica: la reazione anti-medicea a Firenze in occasione della discesa di Carlo VIII nel 1494 e l'instaurazione di una repubblica. Argomentazioni di oltre cinquecento anni fa  risuonano oggi attualissime e lucide. Come se Savonarola fosse tra noi e vedesse cosa sta capitando. Ti rassicuro subito: fu scomunicato, impiccato e poi messo al rogo. L'argomentazione della chiesa fu che "predicava cose nove". Io so che era innamorato della democrazia e della pulizia morale. Perciò fece  la fine che fece. Eretico. Direi quindi che è un uomo il cui pensiero è da prendere in considerazione. 

lunedì 21 giugno 2010

Il fine giustifica i mezzi?

Si attribuisce a Niccolò Machiavelli la fatidica frase "Il fine giustifica i mezzi." Lui non l'ha mai pronunciata, ma evidentemente la sostanza dei suoi discorsi era questa. Che sta a significare che la politica è amorale. Ciò che conta, egli sosteneva, nella condotta di un capo di Stato è il fine e il raggiungimento del fine rende lecite delle azioni, anche se queste non sono in linea con un codice morale. Ma, purchè la suprema lex sia la Salus rei publicae, all'uomo di Stato ogni cosa è permessa.

venerdì 18 giugno 2010

JOSE SARAMAGO: CALATE IL SIPARIO, IL MAESTRO E' ANDATO VIA


"Non vedo quale altro nome potrei dargli. Una cosa pericolosamente simile a un essere umano, una cosa che dà feste, organizza orge e comanda un paese chiamato Italia. Questa cosa, questa malattia, questo virus minaccia di essere la causa della morte del paese di Verdi se un vomito profondo non riesce a strapparlo dalla coscienza degli italiani prima che il veleno finisca per corrodergli le vene e distruggere il cuore di una delle più ricche culture europee." (da La cosa Berlusconi, El País, 7 giugno 2009; citato ne il manifesto, 8 giugno 2009, p. 2)

LA MERAVIGLIOSA NATURA CHE CREA: IL SALENTO

Tanti anni fa per curare le malattie polmonari, epidermiche, i fastidi alle ossa i dottori del Sud Italia consigliavano alle famiglie di andare al mare col sole delicato di maggio. Allora le medicine erano un privilegio e la dura vita lavorativa spesso portava a condizioni di salute precarie. Precarie a livello lavorativo, ma sublimi dal punto di vista del clima e dell'accoglienza della natura. Parlo di una terra dove crescono spontaneamente gli alberi di fico, i fichi d'india, in aperta campagna prolificano tante verdure diverse tra loro (impossibile peraltro da reperire in un supermercato). E' la terra degli ulivi che si distendono ininterrotti per centinaia di chilometri. La terra della vite in tutte le sue varietà virili quanto nobili. La terra della terra rossa come la ruggine e il sangue: il Salento.

giovedì 17 giugno 2010

SCIROCCO

Ho un vivo ricordo di quelle notti salentine caratterizzate dall'afa, dai letti bollenti, dai pavimenti sprigionanti calore. Tenere il balcone aperto, passeggiare in strada o raggiungere il mare sembrava essere l'estrema ratio per trovare un'aria più fresca, una scappatoia momentanea. Il calore del sud Italia è così: pervasivo, inquietante, duraturo. Somiglia molto a quelle passioni che avresti fatto meglio a consumare prima che lo scirocco avesse steso la sua coperta di fuoco, quasi sabbia invischiata sull'anima. C'è un tale che sento urlare in lontananza, una povera vittima del caldo; o forse un teatrante esausto. O forse un protagonista televisivo surreale, pronto a urlare la sua ultima filippica.